Mascherine antivirus, guida alle diverse tipologie e tessuti utilizzati

Le mascherine antivirus rappresentano una protezione contro virus respiratori, batteri e polveri sottili.

Quando respiriamo, e ci troviamo in presenza dei tre elementi dannosi appena citati, rischiamo di inalarli e quindi di mettere in pericolo la nostra salute. Ma grazie all'utilizzo di una buona mascherina, questo rischio viene ridotto notevolmente.

Per quanto riguarda la contrazione dei virus respiratori, c’è da dire che alcune persone sono asintomatiche: possono essere infettate senza manifestare i sintomi, e quindi diventare contagiose senza saperlo. Anche per questo motivo, nel corso di una pandemia da virus respiratori è utilissimo l'uso delle mascherine antivirus. Perché non solo possono proteggere chi ne indossa una, ma fanno anche in modo di impedire a chi la porta, qualora abbia contratto il virus, di infettare qualcuno.

Infatti l’uso di una mascherina antivirus è anche una efficace forma di prevenzione e di contenimento della diffusione di ogni tipo di infezione virale respiratoria, compresa l'infezione da SarsCoV2 che può portare alla malattia Covid 19.

Ma quali sono le mascherine che possono essere utilizzate per proteggersi dai virus? Ce ne sono di diverse tipologie, ciascuna delle quali con una determinata capacità filtrante.

Possono essere classificate in tre macrocategorie: mascherine FFP, mascherine chirurgiche usa e getta, e mascherine riutilizzabili in cotone o in TNT.

Maggiori informazioni sull'argomento nei paragrafi che seguono.

 

Mascherine FFP

Le mascherine FFP1, FFP2 e FFP3 sono prodotti di protezione respiratoria di elevata qualità, adatte soprattutto nell'ambito professionale. Per intenderci, sono quelle che usano i medici per evitare di essere contagiati dai pazienti che hanno contratto la malattia Covid 19.

In genere sono più durature delle mascherine chirurgiche usa e getta (di cui trattiamo nel paragrafo successivo).

Le mascherine di tipo FFP sono state progettate per la protezione dei lavoratori contro polveri e particelle sottili, ma sono molto efficaci anche a ridurre la possibilità di trasmissione di un virus respiratorio, sia in entrata che in uscita. Ovvero, indossandole riducono notevolmente sia la possibilità di essere infettati che di infettare.

Ciascuna di queste tre tipologie di mascherine FFP1 ha un grado di protezione diverso: le FFP1 garantiscono una protezione (in entrata e in uscita) del 72%, le FFP2 del 92%, e le FFP3 del 98%.

Tra i materiali con cui vengono realizzate rientra il tessuto non tessuto (TNT) polipropilene. È un materiale ottenuto con fibre sintetiche, che ha una buona capacità filtrante e risulta anche molto sicuro per la salute, avendo una elevata biocompatibilità.

Esistono anche mascherine FFP dotate di valvola, che rivelano una notevole efficacia di filtrazione dell'aria in entrata, ma non molto in uscita.

Questo ad esempio significa che una persona malata di Covid 19 che indossa una maschera FFP con valvola rischia con più facilità di contagiare altre persone.

 

Mascherine chirurgiche

Le mascherine chirurgiche sono le comuni mascherine usa e getta che la gran parte delle persone utilizza per proteggersi dal coronavirus SarsCoV2. Possono durare al massimo per una giornata, dopodiché perdono la loro efficacia.

In gran parte dei casi sono composte principalmente dal già citato polipropilene. Esistono anche mascherine chirurgiche fatte di altri materiali, tra cui il nylon.

Le varie mascherine usa e getta di norma hanno tre strati, dei quali quello centrale è fatto di un materiale che funziona da filtro (che spesso è il polipropilene di tipo melt blown), il quale può arrivare fino al 90% di protezione.

Il livello di protezione di ciascuna mascherina varia però da prodotto a prodotto, ma in ogni caso ciascuna di esse può essere utilizzata per difendersi adeguatamente dai virus respiratori.

 

Mascherine lavabili e riutilizzabili

Le mascherine lavabili e riutilizzabili che troviamo in vendita possono essere ottenute con tessuto TNT o con cotone. Riescono a trattenere in modo significativo le goccioline (dette anche droplet) che potrebbero diventare veicolo di virus e batteri infettanti.

Vanno lavate in lavatrice a 60 gradi, e si possono riutilizzare per un certo numero di volte (ad esempio 50), a seconda di come indicato sulla confezione.

Non hanno l'efficacia delle mascherine usa e getta o delle mascherine FFP, ma garantiscono comunque un livello di protezione accettabile.

Si possono realizzare anche a casa, munendosi del materiale adatto allo scopo, come ad esempio un ottimo tessuto per mascherine 100% cotone traspirante.

Hanno l'indubbio vantaggio di inquinare di meno rispetto alle altre tipologie di mascherine, proprio perché si possono lavare e riutilizzare molte volte.